13 set 2011
Esistono momenti, nella storia dell’Umanità, che possono definirsi contingenti e
decisivi, momenti in cui si può pensare che le forze oscure del caos della controiniziazione stiano per prevalere definitivamente spegnendo il Lume Perenne della Tradizione. Ciò è già successo in passato e succederà ancora ma, sempre vigili ed immediati, i Veri Custodi della Arcana Sapienza intervengono per mostrare ai viandanti che la Luce è ancora viva.
La rivoluzione informatica è stata, indubbiamente, la terza grande rivoluzione
moderna, dopo quella industriale, iniziata in Inghilterra e quella politico-sociale iniziata in Francia. Certamente, come tutte le rivoluzioni, essa ha apportato benefici notevoli agli uomini ma anche danni. Internet offre una impressionante congenie di siti, articoli, riviste,forum ove si discute apertis verbis di qualunque argomento: anche dei più Sacri, Arcani e Segreti, di cui, con l’arroganza tipica di questa epoca, individui privi di qualunque competenza e titolo si arrogano il diritto di dissertare cianciando di “Ordini”, “Arcana”,“Trasmutazioni”, “Opere”dei quali non intuiscono minimamente la reale essenza.
Non siamo interessati a rispondere a codesti stolti, le cui ciance sono palesemente
indizio della loro ignoranza per qualsiasi individuo di media intelligenza e psichicamente sano: siamo invece costretti ad intervenire attraverso lo strumento informatico, in virtù dell’imperativo che spinge gli Iniziati ad essere calati nel Tempo in cui vivono, allo scopo di correttamente informare coloro che sono VERAMENTE alla ricerca della Luce di cosa sia DAVVERO l’Ordine e che cosa invece non lo sia.
Non cercate di trovarci, non vi illudiate che si possa giungere a Noi compilando un
modulo, una domanda, magari con annesso versamento di denaro. Coloro che devono arrivare all’Ordine nascono già con tale destino e sarà l’Ordine medesimo a trovarli tramite i suoi Emissari che - incogniti testimoni degli eventi - vigilano costantemente individuando gli Esseri ad Esso predestinati. Ricordate che il Vero, l’autentico Maestro è dentro di voi:
Noi non possiamo fare nulla che in realtà voi non abbiate già fatto.
La Via Spirituale, il Cammino Dell’Arte Regale e della Apoteosis è lungo, arduo,
totalizzante ed ingrato: lo Spirito è un padrone geloso, non illudetevi di poter giungere a qualsiasi risultato se non siete disposti a donarvi interamente ad Esso. Solo gli Individui totalmente dediti al “Sacer” ma contemporaneamente forniti di una mente lucida, agile,razionale e non inclini a misticismi, elucubrazioni, fantasticherie, possono compiere il Cammino Aureo che conduce alla meta indicata dal Divo Pitagora ”e quando lascerai questo corpo di carne e ti involerai verso l’etere, libero, ti accorgerai di non essere più un uomo ma un Dio, un immortale anche tu”.
Non venire contaminati dalle lusinghe profane del mondo, non essere corrotti dal
desiderio di potere, ricchezza, fama, successo, non accettare compromessi con la propria coscienza e con l’Etica Universale (che è ben altra cosa della morale cattolica e borghese) ma ESSERE del mondo, accettare le regole della civile convivenza, non turbare il quieto vivere altrui, ricordarsi che il primo dovere di un saggio è quello di non turbare la quiete degli ignoranti (inteso non come dispregiativo ma, secondo l’etimo latino, ”Coloro che ignorano,che non sono a conoscenza”). Ritirarsi dal mondo, sforzarsi di voler apparire “originali” o“diversi” è indice di manifesta immaturità Spirituale quando non di aperta alienazione mentale. Un grande Maestro diceva che quanto più appariamo individui normali tanto più siamo prossimi ad una autentica realizzazione interiore. Guardatevi dai “guru”, state lontani da coloro che cercano di propinarvi ”effetti speciali” e ancor di più rifuggite da quelli che si autodefiniscono maestri poiché un VERO Maestro non si giudicherà mai tale. Siate invece esempio e modello nel mondo, di disponibilità e di onesto agire, così che coloro che vi avvicineranno e che hanno occhi per vedere e orecchie per ascoltare si chiedano PERCHE’ voi siete come siete e siano spinti a seguire il vostro esempio.
LA STORIA DELL’ORDINE E LE SUE FINALITÀ
Quale è l’origine di ciò che viene denominato “Antiquus Ordo Aegypti”?
Tale denominazione e la sua moderna conformazione secondo un modello esteriormente
libero-muratorio si deve all’Illustre Fratello Raimondo De Sangro, Principe di
Sansevero. In realtà Egli adattò alla logica dei nuovi tempi, con la duttilità propria dei Grandi Iniziati, un Sistema Iniziatico millenario giunto fino a Lui incorrotto tramite una ininterrotta catena lineare con trasmissione DIRETTA bocca/orecchio.
L’inizio di tale catena è storicamente documentato, nell’archivio segreto dell’Ordine,a partire dal faraone Amenophis IV (Ek-Nthn o Akhenathon) ma è in realtà molto più antico, situandosi il periodo di fondazione della nostra fratellanza attorno al 2500 A.C.
Conosciamo, ovviamente, tutti i nomi dei Sommi Pontefici e dei diversi Membri
dell’Ordine: alcuni di Essi - come Platone, Pitagora, Porfirio, Boezio, Lullo, Bruno,
Campanella - sono nomi assai noti; altri - come Namaziano, Beccadelli, Cardano, Gualdi (che nella realtà si chiamava Walter ed era tedesco, unico Pontefice negli ultimi mille anni di storia dell’Ordine, dopo lo spagnolo Lullo, a non essere nato in Italia) - sono sconosciuti ai più e noti solo dai cultori di studi specialistici.
Finalità dell’Ordine era ed è quella del tramandare (tradere/traditio) gli Arcani Misteri attraverso i quali l’uomo si distacca via via dal piano materiale e contingentato per evolvere fino al piano della Divinità. Tali Misteri, insegnati nei Templi Egizi prima e in quelli Ellenici poi, con il passare dei secoli finirono per essere osteggiati dalla Autorità costituita fino a subire autentica persecuzione con l’avvento del Cristianesimo e con la sua affermazione quale unica Religione ammessa nell’Impero Romano (editto di Teodosio).
Ne consegui’ un ovvio occultamento dei Centri Iniziatici, occultamento che non
salvò Ipazia, Severino Boezio, e molti secoli dopo Giordano Bruno dal martirio. L’Ordine decise di uscire allo scoperto nel XVII secolo appalesandosi come “Fraternitas Rosicruciana” e pubblicando i due celebri manifesti passati alla storia come “Fama” e “Confessio”. I Nostri Fratelli Comenius, Andreae, Maier, Fludd, Sandivogius, Gualdi,Santinelli, ritennero possibile un tentativo di azione sulla società civile attraverso una sensibilizzazione delle menti più illuminate dell’epoca, ma dovettero amaramente constatare che il mondo non era ancora maturo e furono costretti a ritirarsi nell’ombra.
Il successore di Francesco Maria Santinelli (a sua volta successore del Gualdi), alla
guida dell’Ordine fu il pesarese Fulvio Gherli, medico insigne che fu chiamato a Napoli per insegnare nella locale università. Accolto dalla residua comunità egizia partenopea, Egli scelse quale discepolo e successore Raimondo De Sangro di Sansevero, Gran Maestro della Libera Muratoria del regno di Napoli.
Don Raimondo rivestì l’Ordine di un abitus esteriormente Massonico creando la
Loggia “La Perfetta Unione” ed il Rito di Mizraim (traduzione ebraica della parola ”Egitto”) allo scopo di selezionare i migliori elementi, le menti più feconde, per iniziarli ai Sacri Misteri Arcani. Raccolse attorno a sé personalità eminenti come Teodoro, barone di Tschudy, il cugino Luigi d’Acquino dei principi di Caramanico ed il conte Alessandro di Cagliostro (che non era l’avventuriero Giuseppe Balsamo, come ben spiegato da Marc Haven nella sua opera “Il Maestro Sconosciuto”) amico e discepolo del D’Acquino. In questo ambiente di elevatissimo livello Iniziatico fu elaborata quella “Summa Teurgica”, apice e completamento del cammino di perfezionamento umano nota con il nome di “Arcana-Arcanorum” e corrispondente ai Gradi 87, 88, 89, 90 del Rito di Mizraim (o Misraim). Torneremo ampiamente su questo, ma per il momento val bene premettere che tale Sommo Deposito iniziatico (i cui rituali sono stati pubblicati anche in internet da Labourè e dati alle stampe da Castelli) posseduto anche da alcuni Corpi Rituali Massonici della linea Memphis-Misraim (frutto della fusione tra i due Riti verificatasi alla fine del XIX secolo)non possiede alcun REALE valore Trasmutatorio se privo delle opportune istruzioni OPERATIVE,le quali vengono trasmesse UNICAMENTE da bocca ad orecchio ai Membri dell’Ordine Nostro.
Infatti, nelle summenzionate pubblicazioni - come pure nei Rituali consegnati a quei
Massoni che sono stati insigniti di tali Gradi - si trovano unicamente: il rituale di ricevimento al Grado, i Syllabi e le cosiddette Istruzioni Orali, che altro non sono se non discorsi filosofici o ripetizioni quasi pedisseque di testi come il Kibalion. Sapere che la parola sacra del 90 Grado è “Sophia”, e quella di passo “Iside-Osiride”, o che la batteria del 87 Grado è un colpo unico, e che in tal grado alla parola “Natura” si risponde “Verità”, o che la invocazione del 90 è “Pace agli uomini” con relativa risposta “Fiat”, o che la parola sacra dell’89 grado è “Uriel” (tanto qualcun altro si è, da tempo, preso la briga di rivelarlo) non aiuta minimamente l’Iniziato a compiere quel cammino Trasmutatorio impossibile senza le citate “Istruzioni Operative”.
In poche parole, solo con le “Istruzioni Operative” il Grado 87 corrisponde FATTIVAMENTE all’Opera al Nero (Nigredo) ed alla realizzazione delle forze della Terra; ed il Grado 88 diventa il concretizzarsi dell’opera al Bianco (Albedo), con la conquista delle forze dell’Acqua; il Grado 89 è l’Opera al Rosso (Rubedo), ove l’Iniziato apprende a padroneggiare le Forze del Fuoco, essendo infine il 90 Grado il Compimento della Grande Opera(Auredo) ove vengono consegnate, alla Nuova Guida Degli Uomini, le Forze Divine dell’Aria. Qualunque persona dotata di un minimo di buon senso (ed è a costoro che ci rivolgiamo) non può non avere già, a questo punto capito due cose:
- A) Che tale percorso Trasmutatorio può essere compiuto Unicamente tramite
Operazioni di Altissima Teurgia le quali, per forza di cose, devono necessariamente essere segretissime.
- B) Che tali Istruzioni possono ovviamente essere date UNICAMENTE ad
Individui Evoluti, Equilibrati, Esperti e FIDATISSIMI, e ciò spiega come L’Ordine sia riuscito a sopravvivere nel corso dei millenni. Riguardo al punto B) occorre precisare: nessun Individuo che non abbia compiuto una completa rettificazione del Pensiero potrà mai esser preso in considerazione; parimenti, Individui privi di qualsiasi brama di potere ed al contempo liberi da fanatismo, misticismo, dogmatismo sono da prendersi in considerazione,ovviamente con le premesse ed i distinguo fin qui operati.
Proseguendo con la trattazione storica delle vicende dell’Ordine, non possiamo tacere
il ruolo centrale che Napoli (Neà-Polis) ha avuto a partire dall’insediamento in quella città(soprattutto nella zona dei campi Flegrei e nelle adiacenze della attuale zona intorno a Piazzetta Nilo) di comunità egizie, perlopiù di origine Alessandrina.
Qui Antonio Beccadelli (detto il Panormita in quanto nato a Palermo, ma di antica
famiglia di origine bolognese) chiamato alla corte degli Aragonesi, costituì nel XV secolo il primo nucleo di quella “Accademia Napolitana” che sarebbe poi stata perfezionata da Giovanni Battista Dalla Porta. Tale Accademia era una sorta di “cerchio esterno” atto a selezionare Individui qualificati per l’ingresso nell’Ordine. In questo contesto, dunque, si formò il giovane principe Raimondo de Sangro (la cui madre era una Caetani d’Aragona): del suo successivo incontro con Fulvio Gherli abbiamo detto. Va ulteriormente precisato che Egli fu discepolo anche del Conte di Saint- Germain, un Essere che potremmo definire come una autentica “Guida Perenne” dell’Ordine, la cui Perenne Individualità è sovrapponibile a Colui che viene conosciuto con il nome di Christian Rosenkreuz.
Non ci è permesso dire di più su tale argomento.
Fu parimenti a Napoli, nel palazzo De Sangro (che si affaccia tuttora sulla Piazzetta
Nilo) che Cagliostro venne iniziato agli Arcana-Arcanorum.
Va precisato, allo scopo di rettificare le fole che girano sull’argomento, che il cosiddetto “Rito Egizio” fondato da Cagliostro e la cui Loggia Madre era “La Saggezza Trionfante“all’Oriente di Lione, nelle intenzioni del Suo fondatore doveva rappresentare un equivalente della “Perfetta Unione” fondata da Don Raimondo: un cerchio ESTERNO che aveva lo scopo di preparare e formare i futuri Adepti dell’Ordine. Difatti il Regime istituito da Don Raimondo, con la collaborazione del figlio Vincenzo, di Tschoudy, del Principe d’Acquino di Caramanico e, appunto, di Cagliostro (oltre che di altri Illustri Fratelli quale il Principe di Tricase, il duca di Capodichino, il Principe Michelangelo Caetani, tutti legati da un rapporto di parentela con Don Raimondo), era suddiviso in tre distinte sezioni:
1) GradiAzzurri (Apprendista, Compagno, Maestro), secondo i rituali “Scozzesi” poi
sostituiti da quelli del “Mizraim”, che dai Gradi Scozzesi non differiscono troppo.
2) Alti Gradi, che avevano lo scopo di preparare i Maestri Muratori al successivo
apprendistato Ermetico. Di tali Gradi venivano praticati:
- A) il Grado di Sublime Minervale, Maestro Eletto dei 9 (corrispondente al
9° Grado dell’attuale “Rito Scozzese” e dell’attuale “Rito di Memphis-Misraim”).
- B) Il Grado di Cavaliere e Principe Rosa+Croce (corrispondente al 18° Grado
dei summenzionati Regimi Massonici).
- C) il Grado di Grande Eletto Cavaliere Kadosh (corrispondente al 30° Grado
del R.S.A.A. e del M.-M.). In tempi successivi a Don Raimondo (Domenico Bocchini e Orazio de Attelis) venne aggiunto anche il 33° Grado del R.S.A.A. (Sovrano Grande Ispettore Generale).
3) Arcana-Arcanorum, il cui deposito veniva trasmesso unicamente ai più maturi
(iniziaticamente) discepoli: il conferimento dell’87° Grado comportava automaticamente l’ingresso nell’ANTIQUUS ORDO AEGYPTI. Dunque la fola, spesso ripetuta e riscritta pedissequamente, di una supposta origine “Veneziana” del Misraim è destituita da ogni fondamento,in quanto Cagliostro concesse ad alcuni cittadini della Repubblica Veneta (Tron,Zulian, Carburi) ed al modenese conte Tassoni (Filalete Abrham) UNICAMENTE una patente che li autorizzava a costituire, in quelli Stati, Logge di Rito Egizio o all’Obbedienza del “Ordo Mizraim seu Aegypti” fondato da Don Raimondo, la cui sede era (e SEMPRE rimarrà,per lo meno occultamente) a Napoli.
Diverso (almeno in parte) il discorso relativo al Misraim Francese poiché il Fratello
Gad Bedarride, ufficiale francese che combattè accanto agli insorti napoletani che avevano proclamato la Repubblica nel 1799, venne effettivamente iniziato agli Arcana-Arcanorum dal Sommo Pontefice dell’Ordine Mario Pagano, coadiuvato da Pasquale Cirillo e Antonio Palomba, come risulta dai nostri Archivi. Bedarride aveva 3 figli: ad uno di questi, emigrato in Belgio, egli trasmise gli Arcana-Arcanorum, mentre gli altri due ebbero unicamente dal padre una lettera/patente del Misraim con il quale crearono un fantasioso sistema di tipo giudeo-cabalistico con ben 90 gradi praticati, la maggior parte dei quali inventati di sana pianta e recanti nomi altisonanti (e totalmente effimeri) tipo “Sublime Kawi”, “Cavaliere dell’Arcobaleno”, “ Sublime Principe di Scandinavia”, “ Saggio Cavaliere di Mithra”, eccetera.
Tuttavia in Francia, alla fine della sua giovane ma assai movimentata esistenza, ritornò il barone Tshoudy, discepolo del principe Raimondo, che ebbe cura di trasmettere gli Arcana-Arcanorum in mani qualificate (ad esempio, all’Abate Dom Pernety, fondatore degli “Illuminati di Avignone”).
Un notevole elemento di confusione fu inoltre la unificazione, avvenuta nel 1882, del
Rito di Memphis (fondato da Honis e Marconis de Negre) con il Misraim originato dai due fratelli Bedarride, unificazione ovviamente ignorata dal nostro Venerato Ordine, sedente a Napoli e che, in quel momento, aveva quale sua Guida e Sommo Pontefice Giustiniano Lebano. Egli era succeduto al padre Don Filippo, a sua volta successore di Orazio de Attelis (Sette Ali), succeduto a sua volta a Domenico Bocchini (Sebezyus). Don Giustiniano aveva sposato Virginia, nipote di Don Domenico, rinsaldando i legami di sangue tra quelle illustri e aristocratiche Famiglie (in massima parte imparentate con i tre casati principeschi De Sangro - D’Aquino - Caetani) da cui provenivano in genere i Membri dell’Ordine. Inoltre la naturale vocazione Italica e Risorgimentale dei Nostri venerati predecessori portò a gravi persecuzioni e ad un forzato esilio da Napoli e dal Regno delle Due Sicilie i Fratelli dell’Ordine. Lo stesso Don Giustiniano dovette riparare in Francia ed in Piemonte, potendo alfine rientrare a Napoli dopo la proclamazione del Regno d’Italia (1861).
Il “Synedrius”, ovvero il vertice dell’Ordine, all’epoca dell’unità d’Italia era composto dai seguenti Fratelli: Filippo Lebano (Tatau-Rè) e suo figlio Giustiniano (Sairitis Hus),Pasquale de Servis (Izhar Ben Escur), Antonio de Santis (Iatricus), Gaetano Petriccione(Morenius), Domenico Angherà (Teseus), Michelangelo Caetani (Rumon), Salvatore di Nociglia (Ehy), Vincenzo Bortone (Heptameron), Achille Bortone (Apis), Paolo Antonio di Caramanico (Taumà). Tutti costoro avevano compiuto INTERAMENTE il Cammino Ermetico, forgiati o nelle difficoltà dell’esilio o nei patimenti delle galere borboniche, tranne il Principe Caetani che era suddito dello Stato pontificio. Diretta emanazione dell’Ordine era il Rito di Misraim, Regime (o Scala) di Napoli, che era un Ordine Massonico dotato di Logge, Capitoli, Senati e Areopaghi in cui venivano praticati i vari Gradi. Alla morte terrena di don Filippo, il Sinedrio scelse in Giustiniano Lebano il Nuovo Pontefice dell’Ordine.
Don Giustiniano aveva avuto modo di conoscere in Francia, dove Egli, avendo stabilito
solide amicizie durante il proprio esilio, si recava sovente, il noto occultista Gerard Encausse (Papus) del quale apprezzava la carica umana, la generosità e il tentativo di rettificare le Obbedienze Martiniste e le Logge del Memphis-Misraim ormai sparsesi a macchia d’olio in Europa ed in America Latina. Furono così stabiliti protocolli di amicizia tra il Nostro Ordine e le Obbedienze (Martinismo, Chiesa Gnostica, Ordine di Memphis-Misraim) di cui Papus era a capo. Di conseguenza vennero affidati al Memphis-Misraim i Gradi della “Scala di Napoli” Arcana-Arcanorum 87°, 88°, 89°, 90° ma, ovviamente, non le relative “Istruzioni Operative”, potendo esse essere trasmesse ai SOLI Membri dell’Ordine Egizio. Inoltre Don Giustiniano e Don Pasquale de Servis trasmisero al Papus, a Marc Haven (ed al conte Stanilas de Guaita, di antica famiglia bergamasca trapiantata in Francia)quegli insegnamenti che sono alla base dei Rituali Operativi utilizzati nel Grado II° (Iniziato Incognito) e III° (Superiore Incognito) del Martinismo: ci riferiamo ai Riti PLENILUNARI ed a quelli EQUINOZIALI/SOLSTIZIALI, autentiche Operazioni Teurgiche. Allo scopo di chiarire ulteriormente le cose precisiamo che TUTTI i summenzionati Fratelli facevano parte, a vario titolo, della Massoneria, Istituzione che allora era ancora seria e votata ad una ricerca autenticamente spirituale, di contro alla parodia in cui oggi si è trasformata questa Istituzione. Ad esempio Don Giustiniano, durante l’esilio torinese, si era affiliato alla Loggia “Ausonia” del Grande Oriente d’Italia. Il rapporto dei Membri dell’Ordine con la Libera Muratoria era il medesimo di quello tenuto a suo tempo dal Principe De Sangro: frequentare le Logge onde selezionare i Fratelli più maturi per il loro successivo perfezionamento iniziatico. A tal proposito si racconta un divertente aneddoto che riguarda Giustiniano Lebano. Egli, durante una tornata della Loggia “Ausonia” dovette sorbirsi una verbosa conferenza di un confratello improvvisatosi “egittologo esperto”. Giustiniano assistette impassibile con espressione serafica alle colossali corbellerie del conferenziere congratulandosi puntualmente con lui al termine del discorso. Ovviamente il Confratello non sospettò mai minimamente di avere di fronte un Iniziato ai Misteri Egizi, in grado di esprimersi correntemente nella lingua Jeratica ed al corrente dei Segreti più Arcani dell’Antico Egitto. Potremmo definire tale comportamento di Don Giustiniano come espressione di quella “intelligenza sociale” che abbiamo già esposto nelle premesse: non a caso i Fratelli che abbiamo dianzi nominato ricoprirono frequentemente importanti cariche politiche ed istituzionali.
Lo stesso Lebano fu Assessore del Comune di Napoli nel periodo in cui il
Confratello Petriccione ricoprì la carica di Sindaco.
Tra i nuovi Membri dell’Ordine, nati dopo l’Unità d’Italia, due si distinsero per talento ed ingegno: Leone Caetani (Ottaviano-Ekatlos), nipote di Michelangelo, principe di Teano e duca di Sermoneta e Pasquale del Pezzo (Sashef), duca di Cajaniello e marchese di Campodisola. Studiosi insigni (Don Leone fu il massimo storico contemporaneo dell’Islam e rivoluzionò totalmente l’interpretazione storiografica sulle origini della religione di Maometto, mentre Don Pasquale fu un matematico di statura mondiale e Rettore dell’Ateneo Napoletano) ed impegnati attivamente in politica (Deputato del Regno il primo, Senatore e Sindaco di Napoli il secondo) i due giovani Confratelli furono seguiti con grande sollecitudine da Giustiniano e dagli altri Anziani del “Synedrius” il cui più autorevole
esponente, assieme al Lebano era Pasquale de Servis. Entrambi cercarono di risvegliare la addormentata coscienza di un’Italia avvelenata da quasi due millenni di cristianesimo,cercando di far penetrare nella società civile dell’epoca i princìpi fondanti della Sapienza Egizia-Italica. Soprattutto Don Leone, schieratosi politicamente con Leonida Bissolati ed innalzato alla morte di Lebano, nel 1910, alla carica di Sommo Pontefice dell’Ordine avrebbe riportato cocenti delusioni da questo tentativo, come vedremo fra poco.
Giungendo a parlare degli eventi verificatisi tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX non possiamo non fare riferimento ad una personalità che, suo malgrado, influenzerà notevolmente la successiva storia dell’Ordine: Ciro Formisano, in arte Giuliano Kr-Emmerz.
Racconteremo dunque, finalmente, la VERITA’ su queste infelici vicende facendo chiarezza sulle innumerevoli (e spesso malevoli) leggende, cronache improvvisate e fole che da un secolo circolano sull’argomento.
Iniziamo con il premettere che il Formisano (figlioccio di Don Pasquale de Servis il
quale abitava in un appartamento della madre di Ciro e che nutriva per il giovane affetto e sollecitudine paterna, non avendo Izhar contratto matrimonio e di conseguenza non avendo avuto prole) NON FU MAI MEMBRO DELL’ORDINE avendone Don Giustiniano prima e Don Leone poi verificatone l’inadeguatezza. Oltre che i primi Gradi del Misraim le UNICHE Iniziazioni (o per usare il suo proprio bislacco linguaggio “Iniziature”) REGOLARI da Lui avute furono i gradi Martinisti ricevuti da Papus che lo accolse sulla base di una lettera di raccomandazione ricevuta da Izhar. Gli storici improvvisati che favoleggiano di un Kremmerz discepolo di Don Pasquale provino a chiedersi perchè, potendogli egli stesso conferirgli i Gradi Martinisti, Izhar mandò il giovane Formisano in Francia. La risposta è semplice:
tenuto conto del carattere aperto, informale (e a volte incline alla faciloneria) di Ciro,Egli riteneva che a Parigi, nell’ambiente papussiano (dobbiamo puntualizzare che quanto a rigorosità Iniziatica Gerard Encausse lasciava un po’ a desiderare) il suo giovane pupillo potesse trovare una atmosfera adatta al suo carattere ed al suo modo di concepire l’Occultismo. Con la benevolenza che riserveremmo ad un figlio (visto che siamo da tempo giunti dove il Formisano non giungerà mai) diremo che Egli era un solenne pasticcione,aduso a mescolare mesmerismo, magia caldea, spiritismo alla Kardek, cattolicesimo, pitagorismo,cabala e martinismo in un unico caotico calderone. Gli ignoranti seguaci di cotanto maestro, se avessero nella loro vita studiato un poco, si accorgerebbero che TUTTE le fantasmagoriche “Operazioni”, “Orazioni”, “Signature”, “Carmi”, “Riti” e similaria partoriti dal buon Ciro altro non sono che maldestre copiature di Agrippa, del Picatrix (testo di magia araba attribuito allo Pseudo-al Magribi) infarciti con Rituali Martinisti ove ad esempio (Rituale di Catena giornaliero, Rituale di purificazione novilunare) i SALMI PENITENZIALI RACCOMANDATI SONO ADDIRITTURA POSTI NELL’ORDINE SBAGLIATO! Non parliamo poi di pseudo-operazioni rituali (ad es il cosiddetto Rito di Kons) ove si orientano pentacoli al Nord (orrore!) e si salmodiano scongiuri a sconosciuti demoni alcuni dei quali assonanti con le moderne coordinate bancarie (IBAM). Come vedremo ben peggiori sono le cosiddette “Operazioni Osiridee”e ammoniamo severamente ogni persona di buon senso,se ci tiene a mantenere la salute fisica e psichica, di stare ben lontano da simili pazzie, oltretutto condite con indebiti e dannosissimi digiuni ed annessi obblighi di castità che il più delle volte fanno uscire fuori di mente gli sventurati operatori, novelli “topolini apprendisti stregoni” e rendendoli infine docili strumenti nelle mani di poco scrupolosi “maestri”!
Cionondimeno, dobbiamo perlomeno riconoscere al Kremmerz una bontà d’animo
di fondo ed una ingenua velleità di operare pro salute populi che i suoi seguaci, emuli e sodali non possedettero mai. Il fervore altruistico del Formisano (unito ad una generosità tipicamente partenopea) lo portarono alla creazione delle “Scuola Integrale Ermetica” e delle ”Accademie Myriamiche” volte allo scopo di operare una “taumaturgia ermetica” per la cura dei malati e degli indigenti ed a rendere gli Insegnamenti ermetici accessibili.
Kremmerz presentò tale progetto al Sinedrio dell’Ordine, incontrando una notevole
opposizione soprattutto da parte di Leone Caetani e Pasquale del Pezzo.
Don Giustiniano (legato ad Izhar da un profondissimo rapporto di Fratellanza
Spirituale che lo portò a cercare di essere il più possibile indulgente con lo scapestrato Ciro)decise così di costituire l’Ordine Ammonio-Osirideo il quale altro non era se non una commissione coordinata da Don Leone e da Luciano Galleani (Lucifero Jesboama), membro dell’Ordine ed amico personale del Kremmerz, con il compito di vigilare sulle attività delle summenzionate Accademie. I durissimi strali lanciati da Don Leone sulle riviste kremmerziane (in primis “Commentarium”) e firmate con il suo proprio eteronimo (N.R.Ottaviano)avevano il chiaro scopo di ”rettificare” le immancabili deviazioni che tali Accademie operarono.
Sorprende che gli improvvisati storici di esoterismo ed i biografi del Kremmerz non
si siano mai soffermati sull’apparente incongruità, operata dal Formisano, di pubblicare su proprie Riviste critiche spesso feroci al suo proprio stesso operato come appaiono, in effetti, gli articoli di Ottaviano a chiunque vada a rileggerli. Il motivo è semplice: Kremmerz non poteva fare altrimenti, essendo vincolato ad un giuramento di obbedienza nei confronti del Sinedrio e di Colui che a partire dal 1910 ne divenne il Pontefice Massimo!
A titolo di esempio, riportiamo il seguente scritto apparso nel “Commentarium” del
1910 a firma N.R.Ottaviano: “…..Ora dovrei dire io quello che so sulla gnosi e sulla iniziazione [In quanto la dottrina gnostica da precise indicazioni sulla REALE natura delle Entità disincarnate ben differenti dalle artificiose suddivisioni, operate dal Kremmerz, tra geni=entità create dall’uomo ed eoni=entità non prodotte dall’uomo e sulle modalità per entrare in contatto con tali Enti: parimenti l’iniziazione mediterranea ai Misteri è ben altra cosa che non distribuire cordoni e fascicoli di scongiuri] intesa latinamente e questo poco poco di chiarimento mi dispiace di non non poterlo distribuire ai poveri che non lo sanno, perché non sono che pagàno e ammiratore del paganesimo e divido il mondo in volgo e sapienti, i sapienti di questo poco se ne servono per difendersi dal volgo, che i miei antenati simboleggiavano nel cane e lo pingevano alla catena sul vestibolo della Domus familiae con la nota scritta: cave canem: cane perché latra, addenta e lacera. [Cave canem=Cajetana. A proposito di chi ancora si ostina a negare che Ottaviano fosse Don Leone!]. Unico forse tra voi che non sono iscritto alla Fratellanza [visto che Don Leone era romano diciamo a questo punto ”e te credo!”] posso permettermi libertà di linguaggio e di giudizio, e conservare le mie idee od esporle; e dico cioè che la goffagine dei contemporanei che alchimizzano la occulta filosofia cristianeggiando e democraticizzando la scienza vorrebbe mettere a comune - è il comunismo cristiano primitivo - tutto ciò che sanno gli altri sotto la stupida egida che la sapienza è patrimonio di tutti – invece io ritengo che questa sapienza di cui mi interesso io è il patrimonio di pochi per il governo degli inferiori [esplicazione magistrale del carattere Pagano, Pitagorico ed Aristocratico dell’Ordine e delle Sue finalità], perciò il mago re e non il mago che diventa il servitore gratuito dei curiosi e degli oziosi. Su tale argomento sono perfettamente in disaccordo col dott.Kremmerz, al quale mi uniscono affetto e comunità di studii, ed il Kremmerz ne ha constatato l’errore con le pene sofferte e i fastidi procuratisi dal 1897 [riferimento alle note tristi vicende familiari del “mago di Portici” quali la pazzia della figlia, la morte della moglie, la separazione dal marito dell’altra figlia, le mascalzonate del nipote che culminarono con il celebre ”processo del mago” per la truffa perpetrata ai danni dello sprovveduto barone Ricciardo Ricciardelli, alias Marco Daffi] che cominciò a scrivere di queste cose viete e di trattare gli inferi[Ottaviano si riferisce, con voluto doppio senso, sia agli inferiori, il volgo, sia agli abitanti
dell’infero tartaro evocati dalle celebri ”litanie di invocazioni ai geni” distribuite ai membri della “Fratellanza Myriamica”] come tanti fratelli, uso S. Francesco di Assisi.”
Volutamente abbiamo conservato l’ortografia, il corsivo, la punteggiatura originali
dell’articolo di Don Leone. Qualunque studioso in erba di Ermetismo e qualsiasi anche
superficiale conoscitore delle vicende relative a Kremmerz sarà in grado di comprendere i CHIARISSIMI insegnamenti contenuti nelle parole del Nostro Passato Maestro e gli altrettanto chiari ammonimenti. Aggiungiamo che l’altrettanto celebre lettera alla rivista “Ultra” diretta da Decio Calvari a firma N.R. OTTAVIANO sul “diritto di non dare” chiarisce perfettamente la natura e gli scopi dell’Ordine Egizio. Ovviamente, l’apertura verso il mondo profano di qualcosa che pur non essendo l’Ordine poteva in qualche modo far risalire ad Esso(“scrivere di queste cose viete”), fu purtoppo un tragico errore.
Elementi infidi, portati dal Kremmerz nelle Accademie (in primis il suo stolto genero, avv. Borracci) unitamente ad interventi “caritatevoli” di santa romana chiesa provocarono il contrabbando di false operazioni ermetiche, spacciate come deposito dell’Ordine, che furono in tempi successivi codificate con il titolo di “Corpus Hermeticum Totius Magiae” o più semplicemente “Corpus”. In tale aberrante accozzaglia di follie (con successive aggiunte da parte di altri tardivi discepoli del Kremmerz, spesso provenienti da misteriose “cassette”miracolosamente trovate, magari da badanti di discendenti di familiari e discepoli del Kremmerz e finale messa in vendita al prezzo di svariati milioni, incredibile dove può giungere la dabbenagine umana!) si favoleggia di “separandi”, “magie avatariche”, “coobazioni con unione di sperma e sangue mestruale” fino alle “Spagyrie a due vasi” ove l’Opera al Nero,al Bianco e al Rosso vengono indicate come rispettivamente, unione eterosessuale “per vas nefandum” (Nigredo), senza emissione di sperma (Albedo) e durante il flusso mestruale(Auredo) e che Gli Dei ci perdonino per aver Noi ripetuto simili sconce e perverse nefandezze,ma lo facciamo unicamente allo scopo di mettere in guardia i puri di cuore. Steiner amava dire che una sana logica consente all’uomo di poter progredire nel cammino spirituale anche in assenza di doti di veggenza: orbene in nome di una SANA LOGICA (ovvero una logica esercitata da menti SANE) ci si domandi come sia possibile che il Cammino Ermetico possa coincidere con devianze o aberrazioni sessuali! Il fine di tutto ciò era chiarissimo:mostrare come La Via Egizia Ermetica altro non fosse che una aberrazione turpe partorita da menti malate. Il celebre motto “cui prodest?” consente ad ogni attento lettore di comprendere come ci fossero soprattutto i “Figli di Pietro” dietro tale infernale macchinazione ma senza i Borracci, i Puglisi, i Borgna, i Lombardi, e via dicendo le “nere cornacchie vaticane” non sarebbero mai potute riuscire nell’intento.
Ad onore del povero Ciro va detto che Egli non solo fu totalmente estraneo a tale
mascalzonata ma, quando si avvide dell’inganno e delle macchinazioni dei suoi “fidi discepoli”, il Formisano [anche, chiariamolo, impaurito dalla veemente reazione di Don Leone che non aveva S. Francesco come modello ma che aveva viceversa un carattere severo ed intransigente sul modello degli Antichi Romani da cui discendeva (Gens Cajetana appunto cave-canem), per fortuna dell’Ordine, diciamo Noi] si affrettò a chiudere le “accademie miriamiche” e ordini o pseudo-ordini affini (tra cui ciò che ancora sopravviveva della cosiddetta “Scuola Ermetica Integrale”, sconfessando i suoi discepoli e chiudendosi in un forzato esilio in quel di Bussoleil.
Purtroppo, la frittata era ormai fatta: inoltre, le successive leggi fasciste contro le società segrete e relative persecuzioni indussero Don Leone (che del resto era antifascista e sulla lista nera del Regime oltre, ovviamente, che del Vaticano) a mettere in sonno l’Ordine ed ad emigrare in Canada, anche per ragioni personali che sono pubbliche, essendo state chiarite da Lui medesimo nella lettera all’amico Giorgio Levi della Vida, pubblicata su vari libri e nel medesimo sito internet dell’accademia dei Lincei.
Don Leone lasciò il deposito Iniziatico nelle mani di tre Membri fidatissimi del
Sinedrio: Pasquale del Pezzo, il figlio di questi Gaetano e Vincenzo Gigante, giovane discepolo di Lebano morto nel 1968 ad oltre 90 anni. Direttamente o indirettamente, negli ultimi anni di vita “Ottaviano” trasmise gli Arcani ad altri Adepti meritevoli tra questi citiamo Philippe Encausse, figlio di Papus e l’inglese Lionel Firth, legato da parentela sia con la celebre occultista Dion Fortun (Violet Mary Firth) sia con lo stesso Don Leone la cui madre,Donna Ada, era inglese.
Nel 1966 Vincenzo Gigante (Ar-Por-Krat) rimise il Pontificato nelle mani di
Hermanubis (vivente) che lo trasmise a Noi. Questi i fatti, espressi nel modo più succinto. Il resto sono chiacchiere o fantasie destituite da ogni fondamento. Non intendiamo perdere tempo a parlare dei moderni “continuatori ermetici” dell’opera del Kremmerz asserenti la potestà da loro posseduta di “conferire l’iniziazione con lo sguardo” (sic!) o divenuti seguaci di santoni indiani o addirittura denunciati da discepole per molestie sessuali e violenza carnale, con buona pace della celebre castità predicata (a chiacchiere) dagli emuli del “mago di Portici”! Diciamo solo che malattie mentali e neoplasie, in specie dell’apparato uro-genitale, hanno frequentemente falcidiato questi folli. Ricordate che un albero si giudica
dai propri frutti ed i frutti del Kremmerz sono sotto gli occhi di tutti.
Naturalmente ogni regola ha le sue eccezioni e Noi abbiamo potuto conoscere (ed
accogliere nell’Ordine) anche nobilissimi individui che provenivano da tali contesti ma che si sono tenuti alla larga da equivoche “operazioni” pseudo-ermetiche.
Quanto ai vari “Memphis”, “ Misraim”, “Memphis e Misraim”, e similia, puntualizziamo
e ribadiamo quanto segue:
A) alcuni Ordini (pochissimi) Massonici, Martinisti e Gnostici sono emanazione esteriore dell’Antiquus Ordo Aegypti: in Essi vengono gettate le basi per una successiva cooptazione dei migliori elementi nell’Ordine.
B) NESSUN Corpo Rituale di Memphis, Memphis-Misraim, Misraim, possiede i
VERI Arcana–Arcanorum, ovvero le “Istruzioni Operative di Magia Eonica, relative ai
Gradi 87°, 88°, 89°, 90°. I più fortunati dispongono dei Syllabi e delle “Istruzioni Orali” che altro non sono se non: descrizione dei Templi ove avviene il ricevimento del candidato,spiegazione delle batterie, parole sacre, parole di passo, filosofia del grado ovvero discorsi puramente astratti (sulla origine del mondo, sulle leggi dell’Universo, addirittura sulle migliori modalità di sepoltura) certamente Autentici nella misura in cui provengono dagli originali Rituali dell’Ordine (posti, come abbiamo già detto, in forma Massonica da Don Raimondo) ma PRIVI delle indispensabili istruzioni operative. E meno male in quanto, ben conoscendo il livello spirituale della quasi totalità dei Massoni attuali, possiamo facilmente concludere che i poverini, se tentassero di compiere le Operazioni Ermetiche decritte negli Arcana–Arcanorum, ci lascerebbero probabilmente le penne o finirebbero in qualche ospedale psichiatrico: dunque non turbiamone la quiete che tanto, almeno loro, danni non ne fanno essendo, ad onor del vero, la maggior parte di essi bravissime e degnissime persone. Singoli Membri dell’Ordine i quali, a titolo personale, possano far parte dei summenzionati Organismi Massonici e che posseggono le Istruzioni Operative relative agli Arcana–Arcanorum, ovviamente ben si guardano dal parlarne con gli altri loro “Confratelli Massoni” a meno che costoro non possiedano le indispensabili qualificazioni per un loro ingresso nell’Ordine Nostro.
ALCUNE ISTRUZIONI “PRO SALUTE POPULI”
Dobbiamo, innanzitutto premettere che i tempi, rispetto a quelli in cui operarono i
Nostri Predecessori, sono notevolmente mutati. Oggi è indispensabile operare una intelligente apertura onde poter cercare di fronteggiare la gravissima crisi morale e spirituale della umanità. Iniziamo tale opera con una spiegazione del Simbolo (Sigillo) dell’Ordine, naturalmente con una spiegazione che definiremo “di primo livello”.
I tre cerchi esterni (marrone, verde, azzurro) indicano i tre regni della natura: minerale= marrone, vegetale = verde, animale = azzurro, poiché in mare ed in cielo si formarono i primi esseri viventi. Tali colori, inoltre, sono gli unici che vengano visualizzati quando la terra vien vista dallo spazio, cosa che gli Antichi Egizi (a tal periodo risale il nostro Simbolo) in teoria NON avrebbero potuto sapere!
I due quadrati intersecantesi simboleggiano i due piani della Realtà: il visibile e l’invisibile.
L’Y (che Pitagora utilizzò anche per la propria Accademia, traendolo dal Sigillo) è
da una parte l’Uomo Cosmico con braccia alzate che prega - da pari e non da servo - la Divinità, dall’altra la riunificazione delle 3 Vie (di Seth, Enoch, Elia) ovvero le Tre Opere Alchemiche (Nigredo, Albedo, Rubedo) compiute e sintetizzate nel punto giallo (Auredo) posto al centro dell’Y ed indicante la Coscienza del Nucleo Profondo (IO) dell’Uomo. Tale simbolo, che rendiamo ora visibile (del resto è già stato reso noto da alcune pubblicazioni relative ai “Massonici Arcana-Arcanorum” di cui sopra, è accompagnato da un simbolo Arcano e Segreto noto ai soli Membri dell’Ordine Nostro.
Venendo a ciò che più interessa i seri cercatori dello Spirito, disorientati da miriadi di pseudo-maestri, iniziati, maghi, guru e affini, possiamo dire loro: rivolgete la vostra attenzione INNANZITUTTO all’opera di Rudolf Steiner e del Suo Continuatore Massimo Scaligero, i quali espongono un metodo estremamente adatto per l’uomo moderno per risvegliarne la coscienza.
Per quanto attiene ai rapporti tra l’Ordine e questi due Grandi Maestri possiamo solo
far presente che: Steiner era Gran Maestro aggiunto dell’Ordine di Memphis-Misraim
Tedesco (96à Grado), Scaligero fu discepolo di Giovanni Colazza (Leo del Gruppo di Ur)amico fraterno di Don Leone. Ci si chieda PERCHE’ Colazza, esponente di primo pianodella Società Antroposofica, orientata verso una dottrina Cristiano-Esoterica, ma pur sempre Cristiana, recensisse, nella Rivista Krur, il romanzo di Lawrence ”Il serpente piumato” ove si immagina che nel moderno Messico le Antiche Divinità Azteche risorgano allontanando il Cristianesimo da quel Paese! Lo strano (apparentemente) è il visibile compiacimento con il quale “Leo” descrive sommariamente gli eventi narrati dal Romanzo: i nostri più arguti lettori (o coloro che avranno voglia di leggere sia l’articolo di Colazza in Krur, sia il Romanzo del bravo Lawrence) tireranno le debite conclusioni.
Val bene la pena, a scanso di ogni possibile equivoco, precisare che il Nostro Ordine
nulla ha a che fare sia con la Società Antroposofica Universale (fondata da Steiner con finalità ben diverse da quelle attualmente perseguite da detta associazione) sia con i vari Gruppi,Fondazioni, Riviste che si richiamano al nome di Scaligero e che hanno il merito di evidenziare una profonda devozione al Maestro ed un energico sforzo per divulgarne l’opera ancora poco conosciuta, soprattutto fuori dall’Italia, ma anche il demerito di voler sovente ricondurre il pensiero di quell’Aureo Maestro entro un magma mistico-antroposofico o peggio ancora cattolicheggiante, lontano anni luce dalla VERA essenza dell’Insegnamento di Scaligero. Noi, viceversa, coerentemente alla enunciata ”intelligente apertura”, offriamo la possibilità, attraverso le allegate istruzioni, di percorrere una Via di Rettificazione (realizzazione
del Pensiero Libero dei Sensi) oltre la quale si incontra INEVITABILMENTE l’Ordine
Egizio, Unico, Perenne, Ineffabile.
Che gli Dei Vi siano Propizi!
UNAS, Pont. Max.
LINEAMENTI PER UNA TRASMUTAZIONE DELL’ESSERE UMANO
Le presenti note hanno lo scopo di fornire elementi informativi teorici e soprattutto
pratici per quello sviluppo dell’essere umano che rappresenta il presupposto indispensabile della sua propria Apoteosis o Osirificazione in accordo con quanto esposto dal Maestro Pitagora nell’ultimo paragrafo dei “Versi Aurei” “(...) e quando finalmente lascerai il tuo corpo di carne e di involerai verso l’etere, libero, ti accorgerai che non sei più un uomo ma un Dio, un Immortale anche tu.”
1) - BREVE STORIA DELLA TRADIZIONE INIZIATICA OCCIDENTALE
Aprescindere dalle epoche precedenti di civiltà (periodo Caldaico e precedentemente
ancora Atlantideo) possiamo correttamente affermare che la tradizione spirituale ed iniziatica del mondo occidentale nasce e si sviluppa nell’Antico Egitto.
Non possiamo in questa sede scendere nel particolare, ma ci limiteremo a ricordare
alcuni punti essenziali:
a) - la religione egizia non era una religione politeista, bensì enoteista nel senso che esisteva una Divinità prevalente e generatrice (Ptha a Memfi, Atum a Tebe, Horus ad Edfu etc.) da cui venivano generate le altre divinità per successiva emanazione. In poche parole,il PRINCIPIO PRIMO GENERATORE (Supremo Artefice dei Mondi) veniva parcellizzato in successive emanazioni rappresentanti gli aspetti difformi della Divinità Creatrice.
b) - La società egizia si incentrava sul sistema della teocrazia faraonica essendo il
Faraone (PHEER-AAR = Grande Casa) una vivente ipostasi della Divinità.
c) - Coloro che venivano selezionati per essere ammessi ai Misteri iniziatici, entrando così a far parte della classe sacerdotale, dovevano essere sottoposti ad un durissimo regime preparatorio e al superamento di gravose prove che trasformavano il Miste in autentico e compiuto Iniziato fino alla sua completa fusione con la Divinità e pertanto in grado di trasformarsi egli stesso in una ipostasi divina (Osirificazione) .
Tutto ciò poteva essere realizzato grazie alla differente struttura che l’uomo antico
possedeva, essendo egli dotato di una veggenza naturale che gli consentiva un più facile distacco dal corpo ed una comunicazione con il Divino abbastanza semplice.
Con Pitagora di Samo i misteri egizi vengono ad approdare nell’Ellade e sul suolo
Italico. Le scuole iniziatiche Greco-Italiche si incentravano essenzialmente su tre classi o gradi di insegnamento:
1) - i piccoli misteri, ove veniva insegnato a padroneggiare il KA (Corpo Eterico)
2) - i grandi misteri, ove veniva insegnato a padroneggiare il BA (Corpo Astrale)
3) - l’EPOPTEIA, ovvero la Grande Opera, ove l’iniziato apprendeva le tecniche per
il governo del proprio AKH (organizzazione dell’IO ovvero Corpo Spirituale).
Nelle scuole Misteriche grande importanza veniva attribuita ai TELETES, ovvero ai
Riti Segreti connessi con i tre gradi dei Misteri.
Nonostante il degenerare del mondo antico, preda di una decadenza che provocherà
la caduta dell’Impero Romano ed il conseguente imbarbarimento dell’Europa, complice
anche l’avvento di una religione egualitaria ed esclusivamente devozionistica quale il cristianesimo(oltretutto capace di emendare dal proprio corpo dottrinario tutti quei retaggi sopravviventi dall’antica saggezza del mondo antico, vedi ad esempio la persecuzione della dottrina gnostica e dei successivi movimenti manichei, bogomili e catari trattati alla stregua di movimenti eretici) l’antica Sapienza proveniente dalla terra egizia potè essere conservata attraverso una catena lineare di Maestri quali Plotino, Zosimo di Panopoli, Severino Boezio , Raimondo Lullo, Gemisto Pletone, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Francesco Zorzi, giungendo fino al Rinascimento.
Molti di questi Maestri furono costretti a dare una veste apparentemente cristiana ai
loro insegnamenti per evitare guai anche se non tutti ci riuscirono visto il rogo di Giordano Bruno e la prigione patita da Tommaso Campanella e Francesco Borri.
Con Giordano Bruno e Girolamo Cardano (rispettivamente fondatore e prosecutore
del cosidetto movimento “Giordanista”) entriamo in quella fase storica che vedrà la nascita del movimento RosiCruciano, il cui compito fu duplice: da una parte quello di proporre un ampio rinnovamento della società attraverso contatti con sovrani illuminati quali Federico di Boemia e la sua consorte Elisabetta, dall’altro quello di rendere in forma moderna ed adattabile ad un tipo umano che, calato definitivamente nel più completo materialismo,aveva perduto qualsiasi facoltà di connessione immediata con il Divino acquisendo nel contempo,però, l’autocoscienza, l’ndividualità, la libertà di giudizio e di pensiero che l’uomo antico non possedeva.
Gli esponenti visibili della “Fama Fraternitas della Rosa+ Croce” si assunsero quindi
il compito di perpetuare gli insegnamenti della Aurea Tradizione Perenne. Si giunge così a Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero, a cui venne trasmesso il deposito iniziatico degli antichi misteri attraverso tre diverse vie:
1) - il Medico Fulvio Gherli, docente all’Università di Napoli e Discepolo diretto del Santinelli (Frà Marcantonio Casellame Chinese)
2) - La Comunità Egizia, ubicata nelle adiacenze di Piazzetta Nilo su cui si affacciava il Palazzo dei Principi di Sansevero
3) - Il Barone Tschoudy, che fornì al De Sangro le chiavi per una sistemazione massonicizzata dell’antico deposito Egizio – Italico – Mediterraneo.
La genialità del Principe Raimondo e dei suoi Collaboratori/Discepoli Luigi
d’Aquino, Principe di Caramanico e del grande Alessandro Conte di Cagliostro portò alla creazione del sistema basato su una riproposizione degli antichi Misteri:
a) - Piccoli Misteri = gradi Azzurri
b) - Grandi Misteri = piramide scozzese (dal 4° al 33° grado)
c) - Epopteia = scala di Napoli o Arcana–Arcanorum.
Ripetiamo che non è in questa Sede che ci addentreremo in quelle complesse vicende
che portarono il sistema del Mizraim a dividersi in tre tronconi (uno emigrato in Francia,l’altro a Venezia ed il terzo rimasto a Napoli) ed alla successiva fusione del Rito di Mizraim con quello di origine francese denominato Rito di Memphis (fondato da Marconis de Negre); ci basta sapere che il deposito napoletano da Raimondo de Sangro passò al figlio Vincenzo, e quindi a Nicola Palomba, Pasquale Cirillo, Orazio de Attelis, Domenico Bocchini, Giustiniano Lebano ed infine a Leone Caetani Principe di Teano e Duca di Sermoneta emigrato in Canada durante il fascismo ed ivi morto nel 1935.
2 - LA PRATICA MAGICO-OPERATIVA PER LA REINTEGRAZIONE DELL’UOMO
Nella “Divinazione Pantea”apparsa sulla rivista ”Commentarium” del 1910 così il
Principe Caetani, utilizzando l’eteronimo ”Ottaviano” si esprimeva: ”la Natura, nell’identico momento in cui osserviamo le manifestazioni che ci circondano, se è un organismo vivente, è in relazione diretta e intelligente con il nostro essere mentale… tra l’osservatore e le cose che lo circondano si stabilisce una corrente dinamica che riafferma il dogma magico dell’unità dell’essere…il famoso mistero della solitudine che prelude alle podestà magiche in uomini di nessuna preparazione
si determina allo stato di immunità psichica in tutti i solitari. Se nel passato era possibile compiere un noviziato magico che determinasse la immunizzazione psichica del neofita oggi,che tale preparazione non è più possibile, solo con il vero isolamento materiale e meccanico si possono raggiungere dei risultati”..
Il motivo per cui abbiamo voluto riportare quasi integralmente lo scritto di Don
Leone Caetani è duplice: da un lato è interessante notare che contemporaneamente nella sua opera ”L’Iniziazione” Rudolf STEINER scrive, a proposito della contemplazione della Natura, cose incredibilmente simili (a conferma che entrambi attingevano dalla stessa fonte,la TRADIZIONE PERENNE, entrambi essendo già stati Iniziati agli Arcana–Arcanorum); dall’altro, ci preme far comprendere che NESSUNA operazione Magica è possibile SENZA che sia stata operata preventivamente una REALE Rettificazione dell’Io cosciente.
PRATICA
SIGNIFICATO E SCOPO DEGLI ESERCIZI
Dall’epoca Egizia è noto ad ogni Scuola Esoterica che l’Essere Umano è costituito da
4 Componenti essenziali, dette anche “Arti Costitutivi”. Esse sono:
1 - il Corpo Fisico
2 - il Corpo Eterico
3 - il Corpo Astrale (o Anima)
4 - l’Io (o Spirito).
Il primo è posseduto anche dai minerali, il secondo (come il primo) anche dai vegetali,il terzo (come i due precedenti) anche dagli animali (si noti che nel genio della lingua Latina Animale è sinonimo appunto di Anima, così come la traduzione esatta di “Persona” in Etrusco, e poi in Latino, è “Maschera”).
Abitualmente, negli esseri umani, la gerarchia tra tali Arti Costitutivi risulta totalmente invertita onde è il fisico, con le sue elementari pulsioni, a dominare l’eterico, questo a sua volta governa l’astrale ed infine l’astrale medesimo estende il suo dominio sull’Io,ovvero sullo Spirito.
Ordinariamente, negli uomini più evoluti, noi possiamo scorgere tuttalpiù impulsi
dell’Anima che ingenuamente scambiamo per manifestazioni Spirituali, definendo perciò
Pneumatico ciò che è unicamente Psichico.
Tale è anche il senso occulto della Dottrina Pitagorica sulla TETRAKTIS. La necessaria METANOIA prevede, nell’Iniziato, il corretto ristabilimento delle gerarchie interiori:perciò lo Spirito governerà l’Anima, essa governerà l’Eterico, che a sua volta dominerà il Fisico. Non essendo più possibile - in virtù delle mutate condizioni del Mondo che stordisce l’uomo con i suoi ritmi frenetici e totalizzanti - la pratica di un noviziato occulto paragonabile a quello dell’antichità, l’unica alternativa, per coloro che ambiscono a seguire una via Iniziatica e re-integrativa, è quella di assicurarsi dei momenti di solitudine e di distacco dalle proprie abituali occupazioni seguendo un percorso ordinato di “allenamento e sviluppo”
spirituale onde ottenere quella Rettificazione di cui parlavamo poc’anzi! Si deve a
Moderni Maestri, quali Steiner e Scaligero, l’esposizione in linguaggio moderno e facilmente intellegibile delle Tecniche Interiori che stiamo per esporre.
Ma si badi: esse sono rinvenibili in forme diverse e con linguaggio diverso in
Giordano Bruno, Pico, Plotino, Pitagora, e proveniendo dall’Antico Deposito Iniziatico dell’Aureo Egitto.
Scopo di tali Esercizi (elaborati ed insegnati dalla Fama Fraternitas Rosa+Croce e resi poi in forma moderna, appunto, dal Fratello Rudolf Steiner 33. 66. 90. 96.) è dunque quello di ristabilire la corretta sequenza nel dominio tra gli Enti Costitutivi dell’Uomo, presupposto indispensabile per la sua Re-Integrazione e per la successiva Apoteosis. Sarebbe davvero folle, ripetiamo, istruire degli Adepti ad Operazioni di Magia Cerimoniale o di Alta Teurgia senza dapprima averne rettificato il pensiero, unica funzione che attualmente l’uomo ha a sua disposizione.
Operando diversamente, si lasciano gli Individui in balia di sensazioni somatiche
(pulsioni fisiche nobilitate per attività spirituali) o di pericolose suggestioni psico-emotive con danni incalcolabili per lo sprovveduto operatore. Un intelletto sano comprende con immediatezza quali sono le cose Vere e quali no. Atal proposito leggiamo l’autorevole parere di Don Leone Caetani (Ottaviano in “Commentarium”): ”Lo sprovveduto aspirante Mago (che se sapesse di Latino comprenderebbe derivare “Magus” da “Immago” con tutto ciò che ne consegue),parente stretto del già da Noi immortalato sciocco “aduso a trattare i demoni come tanti fratelli modello san Francesco” si illude che ripetendo pappagallescamente formule immaginifiche, sovente inventate di sana pianta o tratte dal famigerato “Picatrix” (per i non addetti ai lavori, oscuro trattatello di negromanzia araba, altro che “Aureo Ermetismo”, vero Dottor K?) egli riesca a concludere qualcosa d’altro che non dilapidare il proprio ed altrui tempo. Questo folle ritiene che, mantenendo il proprio assetto mentale di povero omiciattolo, senza aver operato in sé, ovvero nel proprio IO alcuna rettificazione, possa (lo sprovveduto!) raggiungere gli Dei, invece del manicomio a cui tosto approderà... Tali miei strali sono finanche destinati a quei sedicenti liberi Muratori adusi alla recita ecclesiale, modello funzione cattolica, di Rituali vetusti e Sacri di cui non comprendono neppure un fischio. E come si paludano, i tapini, come si pavoneggiano con gli altisonanti titoli “Potentissimo”, ”Sublime”, ”Eccellente”: stolti! voi scambiate vuota forma per contenuto, convivialità per Sacralità, banchetto e crapula per Osirificazione. Solo il retto lavoro su se stesso eleva l’uomo fino al piano degli Dei!”.
E’ innanzitutto essenziale che il Meditante si procuri dei momenti di solitudine e
tranquillità: meglio sarà utilizzare un ambiente, se possibile, ad uso ESCLUSIVO della propria pratica meditativa.
RILASSAMENTO-SILENZIO (concentrazione)
Il Meditante assume una posizione confortevole, seduto. L’esatta postura impone la
colonna vertebrale dritta, il capo leggermente inclinato, gli occhi semichiusi, le mani poggiate a piatto sulle ginocchia (posizione del Faraone), la lingua contro il palato. Quindi egli inizierà a concentrarsi sul proprio respiro che entra ed esce dalle narici,sforzandosi di svuotare la mente da ogni pensiero, sensazione, emozione, evocando in sèuno stato di profonda quiete e di silenzio interiore.
Egli immaginerà che tutte le proprie tensioni si sciolgano - dal basso verso l’alto -
costruendo dentro di sè l’immagine di un blocco di ghiaccio che, posto su una stufa, si scioglie in acqua. Ripeterà poi mentalmente (o a voce alta, se è solo; e sempre evocando dentro di sè, in rapida successione, le relative immagini): “Io sono calmo e disteso, tutto in me è quiete, sono calmo... come in una tomba perduta, lontana e dimenticata... come sul fondo di un lago alpino... come in una notte siderea... come in una città addormentata nella calura di un pomeriggio estivo. Io sono solo, profondamente in me. Io sono libero”.
E’ importante che tali immagini e le corrispondenti sensazioni vengano sperimentate
nel modo più intenso dal Meditante.
Quindi, quando egli riterrà di aver raggiunto un sufficiente stato di atarassia animica,inizierà la pratica dei 5 esercizi della Scuola Rosicruciana:
Concentrazione,Azione o Atto Puro,Equanimità,Positività,Spregiudicatezza.
A) - CONCENTRAZIONE:
Evocata l’immagine di un oggetto, piccolo e costruito dall’uomo (es. spillo, matita,
bottone, etc), il Praticante pone al centro della propria coscienza tale oggetto, valutandoneil peso, la forma, le proprietà, il materiale da cui è costituito, ogni altra caratteristica connessa a quel piccolo manufatto.
Qualsiasi pensiero che non riguardi l’oggetto deve essere allontanato dalla mente.
Se ciò dovesse accadere, eliminiamo il pensiero estraneo e riprendiamo l’analisi dell’oggetto. E’ essenziale che l’oggetto della concentrazione non venga direttamente percepito, bensì immaginato: dopo alcuni minuti (dai 3 ai 5) viene effettuata una sintesi della Forza-Pensiero messa in moto. Si visualizzi un punto luminoso, interno, focalizzato a livello della radice del naso, dove si incontrano le sopracciglie, e si associ a tale immagine la sensazione interiore di FERMEZZA. Si evochi quindi l’immagine di una colonna di luce che scende lungo la colonna vertebrale, accompagnando l’immagine di tale corrente irradiante verso il basso
con la sensazione interiore di SICUREZZA.
Si termini con la seguente Meditazione:
- 1) fissare l’attenzione tra le sopracciglia pensando:
“LA LUCE E’ IN ME, IO SONO LUCE”.
- 2) spostare l’attenzione a livello della gola pensando:
“LA LUCE E’ VITA, LA LUCE DELLA VITA E’ IN ME”.
- 3) spostare l’attenzione a livello del cuore pensando:
“LA LUCE E’ CALORE, IL CALORE DELLA LUCE DIVIENE AMORE IN ME”.
A questo punto, l’Esercizio di Concentrazione potrebbe concludersi, ma Massimo
Scaligero suggerisce di aggiungere due fasi ulteriori, ritenendole fondamentali: la
Concentrazione Profonda e il Silenzio Interiore.
A1 - Concentrazione Profonda (o Meditazione): il Praticante, attraverso la breve
meditazione, ad esempio, di una frase proveniente dagli Antichi Misteri, o dai Maestri Passati (“l’oro è la traccia minerale del Sole”, o altre), prolunga ed amplia lo stato mentale raggiunto con la Concentrazione, approfondendosi nella più intima parte del proprio Io fino a percepirne la scaturigine Divina.
A2 - Silenzio Interiore: il Praticante dovrà cercare di abbandonare qualunque
impressione, interna o esterna, interiore od esteriore, mentre lascierà semplicemente risuonare nel proprio Io il silenzio dell’Universo.
Si noterà, dopo un certo tempo che si praticano tali Esercizi, che essi diverranno sempre più facili da eseguire e che alla fine ci si sentirà tutt’uno con il Tutto. Il Meditante, in pratica riconoscerà in sé le Forze Divine che agiscono nel Cosmo.
B) - AZIONE PURA o ATTO PURO:
Ad una ora prestabilita (ma indipendentemente da quando viene decisa tale azione,
che può essere preordinata anche solo pochi minuti prima), il Praticante compierà un gesto molto semplice, di nessuna apparente importanza, privo di correlazioni col normale contesto delle sue abitudini (es. annaffiare un fiore, spostare un oggetto, slacciarsi e riallacciarsi una scarpa o l’orologio, etc).
Nell’atto di eseguire questo l’esercizio egli visualizzerà (cioè: immaginerà) una corrente di volontà che scorre nei suoi arti, dai superiori agli inferiori.
C) - EQUANIMITA’:
E’ molto difficile che l’arresto delle correnti Istintivo-Emotive possa inizialmente
avvenire nel momento esatto in cui ci accade qualcosa. Il Meditante deve rievocare un episodio - piacevole o spiacevole - che lo abbia particolarmente coinvolto sul piano emotivo, richiamando in sé le sensazioni emotive allora provate.
Quindi, egli arresterà il flusso delle emozioni distaccandosi da ogni partecipazione e osservando l’evento come se non lo riguardasse, ponendosi come un semplice spettatore neutrale che rimane indifferente.
Con il tempo egli riuscirà a praticare tale EQUANIMITA’ anche durante l’accadimento
di eventi potenzialmente disturbatori della propria serenità: tale Esercizio, infatti, lo addestrerà a non rimanere preda delle oscillazioni dell’Anima tra esaltazione ed abbattimento ed a considerare in modo pacato ed obiettivo tutto ciò che si verifica nella propria esistenza e nel mondo.
D) - POSITIVITA’:
Il Praticante deve sforzarsi di scorgere il positivo in ogni evento della vita, anche in ciò che apparentemente sembra non esserlo. Si può ad esempio rammentare come da eventi passati, che all’epoca considerammo negativi, si siano poi in realtà poste le premesse per un miglioramento delle nostre condizioni, frutti positivi per sè stessi e per gli altri.
Il Meditante, al termine di tale Esercizio, dovrà avvertire un sentimento di positiva
fiducia per la propria vita e di serena aspettativa per i disegni degli Dei.
E) - SPREGIUDICATEZZA:
Il Meditante prende in considerazione una ipotesi assolutamente contrastante con
le proprie convinzioni, o del tutto diversa da ciò che i propri sensi gli suggeriscono rispetto alla realtà che si è convinti di percepire (ad esempio: ci si immagini che il campanile di una vicina chiesa sia inclinato di 90 gradi; o che non si sia nella calura estiva, ma in un freddo inverno nevoso; o che dove ci troviamo non sia il salotto di casa nostra, ma la sala d’aspetto di una stazione, e così via immaginando). Egli dovrà sforzarsi, per un attimo, di considerare come REALE e POSSIBILE tale ipotesi apparentemente illogica. Tale esercizio andrebbe esteso ad ogni ambito della vita, sospendendo il giudizio di fronte ad affermazioni che contrastino con le nostre radicate convinzioni. Aprendosi, anche
per un solo istante, alla possibilità che tale rappresentazione sia vera, il Meditante eviterà di cadere in convinzioni dogmatiche ed idee preconcette preparandosi così ad accogliere verità diverse da quelle che le sue personali convinzioni gli impongono, essendo sempre interiormente
aperti!
ESERCIZI ACCESSORI
1) - Al risveglio il meditante reciterà innanzitutto:
”Nei puri raggi della luce risplende la divinità del mondo,
“In essa io riposo.
“Irradia, nel puro amore per tutti gli esseri
“l’Essenza Divina della mia anima.
“Io riposo nella divinità del mondo
“io troverò me stesso nella divinità del mondo”.
Quindi, il secondo Mantra:
“Più raggiante del sole,
“Più puro della neve,
“Più sottile dell’Etere è il Sè,
“lo Spirito del mio cuore.
“Questo Sè sono io. Io sono questo Sè’”.
2) - Prima di addormentarsi:
il Meditante effettuerà una visione retrospettiva della giornata, iniziando dai più
recenti eventi e tornando indietro fino ad analizzare tutto ciò che ha fatto, detto, omesso,sbagliato, nel corso del giorno. Dovrà considerare con la massima, sincerissima obiettività i propri errori, correggendoli mentalmente. Così, imparerà ad essere più severo ed intransigente con se stesso rispetto a quanto non lo sia verso gli altri (in genere accade esattamente l’opposto, onde il detto Latino ”Hac re videre nostra mala non possumus, simul delinquunt alii, censores sumus!”)
3) - Contemplazione (Silenzio Interiore):
Il Meditante si recherà in un luogo isolato, in mezzo alla natura. Egli svuoterà la
mente da ogni pensiero facendo tacere il proprio Sé armonizzandosi, ascoltando e fondendosi con le Energie Naturali che lo circondano. Egli dovrà diventare un tutt’uno con tali Forze Naturali, proiettando se stesso nella natura e nel cosmo.
Tutto ciò, in accordo a quanto descritto nell’articolo di N. R. OTTAVIANO (si noti che OTTAVIANO si firmava in “UR” come ECATLOS. Leggendo tale eteronimo al rovescio otteniamo SOLTACE ovvero il Sole (l’Io) che tace davanti alla contemplazione del Cosmo. Questo ci dà la misura di quanto sia da ritenersi fondamentale tale pratica).
4) - Esercizio del Seme:
Si immagini un seme e che da esso, immesso nella terra, si sviluppi un albero, con le
radici affondanti nella terra, le gemme, i fiori, le foglie, i frutti, e dai frutti di nuovo semi.
Si immagini poi un seme artificiale (ad es. fatto di plastica) considerando che, se
seminato, esso non darà luogo a nulla.
5) - Esercizio del Colore:
Ci si concentri sul colore ROSSO, immergendosi in esso ed assumendo in sè tutte
le caratteristiche del Rosso.
Ciò fatto, si evochi improvvisamente il colore bleu immergendosi in tale sensazione con altrettanta totalità.
Quindi si ritorni alla evocazione del Rosso e poi ancora del Bleu.
4) Carme del Sole (Oratorio di IZHAR):
All’Alba e al Tramonto (possibilmente) il Praticante, dopo aver effettuato opportune
abluzioni, si posizionerà ad Oriente assumendo la forma di una Y (in piedi, gambe unite,braccia allargate tendenti verso l’alto).
Reciterà, (possibilmente a voce alta):
”Magnifico Signore,
“Sale a Te purificata dal desiderio dei Tuoi raggi
“la Fiamma del mio cuore.
“Tu che benignamente vivi in tutte le creature
“insegna pure a me, Altissimo Maestro,
“L’Arte del Tuo Amore.
“Oh Unificatore per mezzo della Luce,
“allontana da me le tenebre che dividono,
“come divide la morte.
“Padre di ogni desio ardente,
“da Te nasce nelle cose la gioia di vivere
“e le cose ti amano
“Oh Sole generoso, amico delle aquile,
“incantatore dei serpenti,
“animatore della notte,
“che Tu sii benedetto,
“che Tu sii benedetto da tutti i misteri del Cielo e della Terra!”.
A questo punto si evocherà in sé la Forza e la potenza dell’astro Solare, soprattutto
focalizzandola all’altezza del cuore.
Quindi si pronunci 7 volte il Sacro Nome di RA’.
5)- In momenti di difficoltà:
Quando la stanchezza, gli ostacoli, lo scoraggiamento sembrano farsi troppo gravosi,
risulta di grande utilità il seguente esercizio: il Meditante focalizza davanti a sè tutte le cose, situazioni, eventi, etc, che lo turbano; quindi immagina, all’altezza del suo cuore, un sole raggiante che riassorbe e fa scomparire tutto.
A questo punto reciterà:
”In Realtà non esistono difficoltà esteriori,
“ma soltanto tensioni della Psiche
“avvolgenti i drammi umani”.
6)- Esercizio della Rosa+Croce:
Il Meditante immagina un albero, osservando lo scorrere della linfa verde al suo
interno e la conseguente assenza in tale creatura vegetale di passioni o brame.
Quindi immaginerà un essere umano (meglio che sia egli stesso) cercando di visualizzare lo scorrere del sangue rosso al suo interno. Proprio il sangue è il veicolo di passioni e brame. Ma esse possono essere purificate, ed il simbolo di tale purificazione è evocato dall’immagine di una rosa con il gambo verde e la corolla rossa. Quindi si evocherà l’immagine di una Croce nera con 7 rose rosse disposte in cerchio al centro della croce (punto di intersezione tra braccio orizzontale e braccio verticale).
Quindi si reciti.
”Nel Segno della Croce;
“circondata dalle rose;
“sentendolo
“viviamo il risveglio dello Spirito del Mondo.
“Si staccano dalle profondità dell’anima
“le Forze nascoste del mistero.
“Forze che agivano in principio,
“Forze che devono agire alla fine.
“Forze nelle quali noi pensando siamo,
“nelle quali noi amando viviamo,
“nelle quali la devozione respiriamo”.
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